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Chiesa di San Domenico con annesso convento
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::Chiesa di San Domenico con annesso convento a Caltanissetta » Storia

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(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)



Chiesa di San Domenico con annesso convento

Chiesa di San Domenico con annesso convento

Via San Domenico



L'edificio venne costruito nel XV secolo, dopo l'arrivo dei Moncada a Caltanissetta, al centro del quartiere Angeli, dove allora non esistevano altre chiese.
La fondazione, avvenuta nel 1458, è stata attribuita dalla tradizione al beato Reginaldo Lombardo, discepolo di San Domenico; tuttavia è probabile che sia stata fondata da Antonio Moncada, terzo conte di Caltanissetta, il quale nel 1458, per ereditare il suo titolo, dovette rinunciare all'abito talare e, pertanto, come "risarcimento" all'ordine domenicano, cui apparteneva, avrebbe fatto costruire una chiesa con annesso convento.
I Moncada per primi scelsero la chiesa come luogo personale di sepolturae nel 1480 lo stesso conte Antonio dotava la chiesa per avervi sepoltura insieme ai suoi discendenti. Vennero seguiti nei secoli successivi anche da altre famiglie della nobiltà cittadina e la chiesa continuò ad essere arricchita e migliorata nel tempo.
Nel 1518 una bolla di Leone X, la elevava a parrocchia.
Nel 1573 venne finanziato l'ampliamento del convento e nei primi anni del Seicento venne commissionato il chiostro, completato nel primo decennio del secolo.
Nel 1588, a seguito dei lavori di ampliamento della cappella dell'altare maggiore, il Priore di San Domenico, concede a don Gaspare Di Forti, notabile dell'epoca, il sito appresso la tribuna dell'altari majuri, quale sepoltura privilegiata per la sua famiglia. Questi in cambio si impegna a realizzare l'altare conformemente a quello del Rosario in fase d'esecuzione. (Archivio Storico CL - Corporazioni Religiose soppresse vol. 222).
Qualche anno prima, nel 1576, lo stesso Priore aveva concesso al magnifico Lorenzo del Grande, ricco mercante toscano, la cappella dedicata al SS. Nome di Gesù, fatta costruire da quest'ultimo e dotata del quadro omonimo, al fine di realizzare una sepoltura per la sua famiglia.
Nel 1650, a seguito di lavori effettuati dietro l'altare maggiore, in corrispondenza del coro, si trovarono i resti di tre cadaveri, uno dei quali conservava parti di vesti femminili realizzate con tessuti pregiati.
Dall'ispezione cadaverica e dai racconti degli anziani si trasse la conclusione che si trattava dei resti della principessa Adelasia, nipote di Re Ruggero, unitamente a quelli dei conti Guglielmo Raimondo e Antonio Moncada. Il cadavere di Adelasia, che la tradizione voleva sepolta nel castello di Pietrarossa, sarebbe stato traslato a seguito del crollo del castello verificatosi decenni prima. L'attribuzione di uno dei cadaveri a Guglielmo Raimondo Moncada appare tuttavia dubbia poiché questi nel suo testamento redatto nel 1465 afferma la volontà di essere sepolto a Caltanissetta nel convento dell'Annunziata con l'abito dei francescani; tuttavia il legame tra quest'ultimo e San Domenico è testimoniato dal lascito di trenta onze annue da convenire in "ornamenti di fabbriche". Verso la fine del secolo, il restauro della chiesa, ampliata e corredata da una ricca facciata in pietra da taglio, è completo; nel 1828 l'interno fu adornato di stucchi che si conservano ancora oggi.
A seguito dell'unità d'Italia, con la soppressione degli ordini religiosi, il convento venne adibito a caserma, e la chiesa venne sconsacrata e usata come magazzino; fu riconsacrata nel 1923.
Il convento rappresentò la decima istituzione dell'Ordine dei frati predicatori in terra di Sicilia fondata nel 1479.
Oggi la chiesa sorge decentrata rispetto all'attuale assetto urbano del centro storico; in origine lo slargo di San Domenico, cuore del quartiere Angeli, rappresentava la principale piazza cittadina.

Cronologia delle principali fasi costruttive
1458 - probabile fondazione
1475 - prima datazione dovuta a citazione in atto notarile
1518 - elevazione a parrocchia
1540 ca. - la chiesa, versante in pessime condizioni strutturali, viene parzialmente demolita; la ricostruzione sarà molto lenta a causa delle scarse rendite del convento. A seguito dei lunghi lavori di ricostruzione, per molti anni le funzioni religiose si tennero nell'attiguo oratorio del SS.Rosario
Fine XVIII sec. - completamento della ricostruzione secondo dimensioni più ampie
1861 - il convento diviene sede del distretto militare
1866 - chiusura al culto della chiesa in seguito alla soppressione delle corporazioni religiose
1924 - riapertura al culto

Descrizione
La chiesa ha impianto basilicale a tre navate; .
La facciata barocca, convessa al centro e concava lateralmente, è definita da cantonali e lesene in conci di pietra arenaria locale analogamente al portale ed agli altri elementi architettonici. È stata realizzata intorno al 1700, in occasione dei lavori di ampliamento, mentre gli stucchi che decorano gli interni risalgono all'Ottocento. Tuttavia risulta incompleta a causa della mai terminata torre campanaria.
All'interno vi si trovano due tele del Paladini:
- la "Madonna del Rosario" (1614), raffigurata mentre porge il rosario ad una suora domenicana alla sua sinistra, Gesù Bambino, posto in piedi sulle ginocchia della madre, porge un altro rosario ad un frate domenicano;
- la " Madonna del Carmelo"(1604), oggi custodita nella cattedrale di Santa Maria la Nova e San Michele Arcangelo;
e una tela del Borremans:
San Vincenzo Ferreri (1720 - 1725), olio su tela realizzata da Guglielmo Borremans, opera temporaneamente custodita nella cattedrale di Santa Maria la Nova è oggi esposta nel museo diocesano.




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